My second pregnancy

Scrivo questo post quando manca ormai pochissimo all’arrivo di Ocean.

In questi 9 mesi, ci sono stati parecchi cambiamenti nella nostra vita, ed ora siamo pronti ad accogliere la piccola principessa con tutto l’amore che abbiamo. Sono stati mesi pesanti ma decisamente felici e di grandi soddisfazioni. Siamo riusciti a trovare casa, a trasferirci, ad arredarla quasi completamente ed abbiamo potuto spuntare alcuni degli obiettivi che ci eravamo proposti per quest’anno.

Inevitabile, quando si aspetta il secondo figlio, paragonare tutto alla prima gravidanza e, personalmente, posso dire di aver provato in tutto e per tutto le due esperienze in maniera totalmente diversa.

Dato che, ultimamente più del solito, si tende a leggere tutto con un pochino di criticità in più, metto le mani avanti: ogni gravidanza, ogni esperienza, ogni emozione ed ogni difficoltà ha la sua storia. Al mondo c’è chi vive per avere figli, chi non li vuole assolutamente e chi purtroppo non li potrà mai avere. Il racconto di un trascorso di vita, va letto per il fine che ha a se stesso, senza paragonare o giudicare rispetto a chi ha fatto/dovuto fare scelte differenti. - Grazie.

Dicevamo…. a differenza della gravidanza di Storm, dove tutto è stato perfetto ed un po’ fiabesco, quando ho scoperto di essere incinta di Ocean, il 14 gennaio 2022, è stato un momento molto complicato per me. L’idea di avere un secondo figlio era già nell’aria ed era sicuramente uno dei “goal” per quest’anno, ma in quel periodo, avevamo parecchie cose a cui pensare ed io…non mi sentivo ne mentalmente, ne fisicamente pronta!

Quel giorno mi sembra ieri, ricordo come ero vestita, la camminata con Storm per andare in farmacia, Gian Battista a surfare, io confusa ma sicura non potesse essere quello il motivo del ritardo… e poi invece, ricordo il pianto. Quanto ho pianto!! Un pianto diverso, preoccupato, triste ed intenso. Un pianto che non avrei voluto fare, perchè il dono della vita è la cosa più meravigliosa che si possa provare. Eppure quel giorno, un insieme di emozioni mi ha travolto, assieme a paure ed insicurezze che non sapevo di avere.

Un figlio è un dono incredibile e, senza ombra di dubbio, la nostra vita da quando Storm è nato, è diventata perfetta.

Ma assieme a tutta la gioia e l’amore che si prova, soprattutto per noi donne, c’è un duro lavoro da fare! Un lavoro che dura 24ore al giorno, 7su7, senza pause o vacanze, addizionato al tuo lavoro, quello che ti permette di far vivere la tua famiglia. E, non da meno, un duro lavoro per il tuo corpo, che prima di tutto dovrà essere il rifugio per nove mesi per quella nuova vita in arrivo. E quel rifugio deve essere accogliente, felice, sano, stabile e…pronto!

A Gennaio Storm aveva esattamente 16 mesi, perciò eravamo due neogenitori, scappati dall’Italia, soli in una nuova nazione, reduci da: notti insonni, che fortunatamente stavano pian piano migliorando; svezzamento da poco concluso, che abbiamo vissuto con quella normale ansia da prima volta; primi passi ancora non molto sicuri e qualche primo piccolo suono simile a qualche nostra parola. Le emozioni, le preoccupazioni e le fatiche nei primi 18 mesi sono davvero tante e bisogna avere molta energia e pazienza!!

(ps: tranquille mamme, dai 18 in su è tutto un altro vivere :))

In secondo luogo, il mio corpo, stava iniziando proprio ora a tornare come prima ed io avevo finalmente ritrovato la voglia di prendermi cura di me, allenarmi e curare il mio aspetto.

Una parentesi fondamentale che sembra scontata ma non lo è: prima di essere delle mamme affettuose ed amorose, siamo delle persone! Persone che hanno il diritto di riprendere la loro forma, qualsiasi essa sia, i loro spazi, i loro ritmi ed i loro svaghi. Faccio questo appunto perchè io stessa ho commesso questo enorme errore. Nel primo anno di vita di Storm…mi sono completamente annullata! Ho pensato che dedicare tutta me stessa a mio figlio, fosse la scelta migliore per lui, non rendendomi conto che, è estremamente importante, dopo un cambiamento così grande, stare bene e ritrovare prima di tutto se stessi. Per essere in grado di dare il nostro 100%, dobbiamo ESSERE al 100%!

Riesco solo ora ad esternare quello che ho vissuto dentro di me, perchè fortunatamente, queste paure sono passate dopo poco tempo e sono riuscita ad affrontare questa gravidanza con serenità e felicità. Ma non nascondo di essermi sentita sbagliata ed in colpa per aver, anche solo per qualche giorno, potuto pensare che questo dono dovesse arrivare in un altro momento della nostra vita. Non nascondo di aver pensato di non essere in grado di avere abbastanza amore da dare ad un’altra persona. E, non nascondo, di aver egoisticamente pensato che fosse ancora lontano il momento dove io potessi ritrovare me stessa, la mia forma, i miei interessi ed i miei spazi.

La gravidanza di Ocean è stata movimentata e faticosa. Le nausee sono arrivate subito e non mi hanno lasciato tregua per 4 mesi. Non sono mai riuscita a mangiare qualcosa di differente da toast, pasta, pollo e riso. Ho avuto un virus per 15 giorni che mi ha impedito di mangiare e bere propriamente, finendo 3 volte in ospedale. Ho avuto alcuni piccoli problemini di stress e stanchezza che hanno acceso qualche allarme fin dai primi mesi. Ed ho passato decisamente molto tempo seduta senza poter fare tutte le mille cose che amo fare ogni giorno. Ma oggi, a 36 settimane, non posso che essere impaziente e trepidante all’idea di conoscere questa piccola creatura che, ancora una volta, ci sconvolgerà e migliorerà la vita.

You said you hated the ocean, but you’re surfin’ now”